Fernando Pardini ai Giardini delle Cantine di Palazzo Viti


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Degustazione interessante quella di venerdì sera a Volterra, ai Giardini delle Cantine di Palazzo Viti, guidata da Fernando Pardini, giornalista, autore della Guida “Vini d’Italia” de L’Espresso, direttore di acquabuona.it . Si è parlato di Etruschi, della loro attenzione e cura nell’allevamento della vite, ma anche di come nel tempo in alcune zone della Dodecapoli si sia affievolita la cultura e la tradizione vitivinicola, ripresa solo di recente. Politiche poco lungimiranti hanno contribuito in passato, in queste zone del Centro Italia, a deviare dalla viticoltura disperdendo tradizioni e senso identitario. In anni più vicini si è verificato però un ritorno importante, in queste aree, verso l’allevamento della vite e verso una enologia di qualità. Non si può nascondere il ritardo rispetto ad altri distretti italiani che hanno saputo lavorare meglio e con uno sguardo meno miope, arrivando a una riconoscibilità e a un ottimo posizionamento sui mercati nazionali e internazionali. Gli sforzi stanno però portando risultati concreti e interessanti e la degustazione di ieri sera ne ha certificato la validità. Sicuramente si sente la necessità di rafforzare una viticoltura che si rivolga al ricco patrimonio ampelografico di queste zone. Il “seducente” Trebbiano di Casale Cento Corvi (Cerveteri), il “caparbio” Grechetto di Goretti (Perugia) e il profumato e fresco Aleatico di San Giusto (Piombino) sono stati definiti da Pardini come “Alfieri del territorio che stabiliscono un ponte possibile tra storia antica e contemporaneità nel bicchiere” .
Bisogna sottolineare poi l’importanza del terroir che insieme a un sincero lavoro in cantina per arrivare a dei vini dalla personalità definita, lontani dai cliché gustativi. Così come il Soremidio di Sant’Isidoro che ha mostrato “un’inattesa snellezza, un vino arioso, fresco e molto gradevole” e “l’avvolgente” Vionì di Terre Etrusche e il volterrano Indomito di Monterosola con il suo carattere grintoso e sapido. Semplicità e pulizia per il Santa Maria Terre Giorgini e il Nexum Terre del Veio. Pardini ha concluso rimarcando che
“È necessario continuare a lavorare affinché il vino possa essere l’espressione più alta e riconoscibile del territorio di provenienza”.

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